Scuola d’arte NOW

Le ore effettuate saranno certificate, e potranno essere utilizzate sia come crediti formativi per il rilascio del Diploma di Operatore alla relazione d’aiuto, che accreditate dall’AICo Nazionale per la formazione continua.

 

LA SCUOLA

Now è un progetto artistico che ha preso forma, e si è sviluppato negli anni, a partire dal 2006 dall’esperienza di Kotoba Scuola D’Arte, progetto di Arcobaleno IGL, cercando di intrecciare differenti tradizioni e discipline artistiche al fine di promuovere l’arte e la creatività, avvalendosi della collaborazione di artisti di riconosciuto valore. Dal 2014 al 2016 Now ha collaborato con Elena Turchi e Alessandro Fantechi di Isole Comprese Teatro nella realizzazione di un accademia biennale di Arte e Arti Performative.

La ricerca di NOW poggia su un fare arte che integri linguaggi, tradizioni e tecniche diverse sulla base dell’esperienza di persone che attribuiscono all’arte un’importanza fondamentale per la propria vita.

Il fare arte che NOW propone è un esercizio continuo di libertà intellettuale ed estetica, nell’arte come nella vita, “La libertà è il diritto dell’anima di respirare”.

Un nuovo modo di fare arte fondamentalmente comunitario, secondo la radice etimologica di comunità (cum-munus) ovvero dono, quello di condividere. Che sottende ad una grammatica dell’arte, e ad una progettualità. La nostra pratica dell’arte che è necessità, gioco, divertimento, presenza, presa di posizione, verità.

I progetti e le opere di Now nascono come risposta ad uno stare in relazione con l’esterno, ossia ciò che è fuori da sé, una risposta all’essere presenti e in relazione ad un determinato spazio, contesto, riferimento storico culturale politico sociale. Le opere realizzate negli anni si si sono caratterizzati come lavori immersi nell’universo della performance e della creazione scenica trans-disciplinare.

 

Produzione artistica Now

“Opera 00” (2013) performance e installazioni (esito finale di una residenza artistica tenutasi dal 26 al 31 agosto, promossa da arcobaleno IGL in collaborazione con Isole Comprese Teatro Firenze).

“Opera 01” (2013) performance e installazioni (esito finale del Corso di formazione alla relazione d’aiuto a mediazione artistica Marzo/Dicembre 2013, promosso da Arcobaleno IGL e So&Co.)

“Passione” (2014) – performance e installazioni site (esito finale a seguito di una residenza artistica.)

“Fragile” (2015) in collaborazione con la Galleria D’arte Claudio Poleschi (Lucca) e con il Patrocinio del Comune di Lucca: performance e installazioni.

“Living Rooms” (2015): Performance commissionata da fio.PSD ONLUS (Roma) in occasione dell’apertura della Summer School Housing First.

“Cominciamo da qui” (2016) in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Lucca e con il Patrocinio del Comune di Lucca: Performance collettiva cittadina e installazione all’interno dei locali del Real Collegio.

“Possibili Mondi” (2017): collettiva di installazioni e performance nella città di Lucca.

 

POSSIBILI MONDI – progetto anno 2018/2019

L’intento di questo progetto, che ha preso avvio a gennaio 2017, è creare un luogo artistico, un mare aperto, dove le geometrie si dissolvono e divengono liquide, una realtà senza misure, libera dalla gravità, che da spazio ad altre forze, altri equilibri possibili, precari, insicuri.

Probabilmente l’architettura ad oggi è un’espressione artistica fra le più libere, ma risulta chiaramente, se non obbligatoriamente, legata alla gravità.

Probabilmente invece la parola, la narrazione, è e potrebbe divenire la “porta” verso altre dimensioni future, utopiche, impossibili. Una ricerca che vada verso una nuova poetica, una poetica senza gravità, una poetica centrifuga.

La narrazione come strumento per entrare in altri mondi possibili per fare esperienza di altre vite, ampliare le prospettive e farle proprie, viaggiare nello spazio e nel tempo.

Una narrazione che lungi dal fornire un’immagine speculare della realtà, scevra da commenti, suggerimenti, idee o soluzioni, si costituisca tutto ad un tratto come un percorso verso una nuova visione, una sorta di narrazione visionaria. Narrazione che si fa parola, immagine, suono, materia e che diventa opera d’arte.

C’è una letteratura che apre questa porta, che dischiude i mondi possibili attraverso lo stimolo delle capacità fantastiche di ognuno di noi. Questa letteratura è la fantascienza. La fantascienza che è arte, e che sa anche parlare di arte: dell’arte che sarà, dell’arte che può essere.

Un lavoro che restituisca scorci diversi, nuovi, che rompano i paradigmi conosciuti e rassicuranti, sulle cui tracce ognuno di noi si muove.

A CHI SI RIVOLGE

E’ una proposta aperta a tutti coloro per cui l’arte è per vivere, è un’ esperienza, è una modalità di stare al mondo, di avere relazioni, di vivere il quotidiano: è una preghiera.

Per tutti coloro che intendono fare dell’arte il proprio timone. Dunque la pretesa è quella di proporre un fare arte con professionalità, di conoscenze intorno all’arte, intorno alle diverse tecniche, linguaggi, intorno ad una disciplina e ad una responsabilità rispetto alla progettazione, all’uso dello spazio, ad una conoscenza approfondita del corpo e alle proprie risonanze.

Obiettivi della scuola sono la maggior diffusione dell’arte e la creazione di un luogo in cui si faccia arte insieme, si parli e si diffonda la storia dell’arte contemporanea, in cui si possa esporre le proprie opere, con laboratori permanenti, spazi aperti a performance e istallazioni, affinché l’arte entri nel tessuto sociale e culturale della città e contribuisca a creare un’ identità nuova della città stessa.

Avviare attraverso l’arte un processo di sviluppo dell’individuo che lo educhi al riconoscimento e al perseguimento dell’estetica e dell’etica, sia dentro ad un processo creativo, sia all’interno del fare quotidiano.

Promuovere l’arte come ricerca, l’artista come un Cercatore.

INFO E CONTATTI

Silvia Cioni 3408632301 [email protected]

Emanuele Perelli 3483930900 [email protected]

http://now-scuola-di-arti-performative.tumblr.com

MODALITÀ DI ISCRIZIONE

Per accedere al percorso è necessario contattare i recapiti sopra, inviare una mail, allegando breve curriculum e lettera motivazionale, e sostenere un colloquio conoscitivo.

Tessera associativa obbligatoria.

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PROGRAMMA

Il progetto si sviluppa in modo necessariamente unitario in 6 seminari a cadenza bimestrale (che si svolgeranno dal venerdì pomeriggio alla domenica sera) in una residenza artistica in agosto e nella pubblica esposizione per la cittadinanza di Lucca di un opera collettiva dei partecipanti al progetto che si terrà a fine percorso a Giugno 2019. Sono previste inoltre iniziative chiamate “Una giornata con l’artista” che prevedono un incontro con un artista, che dia la possibilità di conoscere in maniera più approfondita la metodologia di lavoro e le proprie opere (calendario da definire).

 

CALENDARIO

 

22/23/24 Giugno 2018 – Metodologia dell’Arte: progettare – Emanuele Perelli

E’ importante che il progetto nasca come risposta ad uno stare in relazione, una risposta all’essere presenti e in relazione ad un determinato spazio, contesto, riferimento storico culturale politico sociale. Che porta cerco di aprire e cosa scelgo di trovare, quale luogo, spazio, atmosfera. “…l’eleganza del silenzio. La ricchezza del silenzio.

Silenziosa è la dolcezza manuale, la premura dei gesti, l’intelligenza di Fare. Il nuovo pensiero ricomincia forse da qui, dal gusto minimale di gesti utili e aggraziati e in questa crosta elementare del vivere (dove Eros si anima leggero tra le dita e le cose, portando a compimento la sua prima seduzione) si riflette una Civiltà’ (preconscia, viscerale, sensibile, quella vera, cioè)…..”. Una danza tra Dionisio e Apollo, uno scorrere dentro questo processo nasce un sogno, una visione, un canto.

Da qui il fiume inizia lentamente a scorrere.

Il progetto è l’anima della vita. E’ la concretizzazione di quell’esser-ci che è sempre proiettato avanti rispetto a se. Il progetto è la cura che si ha di sé, delle altre persone, del proprio mondo. L’amore più reale. Non è solo un grosso foglio di carta sporcato con dei segni squadrati, ne una fantasticheria tagliata come un piano di azione.

Il lavoro introdurrà elementi di Metodologia dell’Arte, Pedagogia e Didattica dell’Arte ed Educazione all’Estetica. Il seminario prevede il lavoro in natura e la progettazione e realizzazione di un Opera di Land Art.

 

dal 24 al 31 Agosto 2018 Settimana residenziale (arrivo previsto per il 24 sera e partenza per il 31 mattina) – La materia racconta – Emanuele Perelli, Silvia Cioni, Luisa Lauretta.

La materia non è mai inerme, vibra e suona e reagisce con chi si relaziona. La materia si conosce con l’esperienza diretta, è conoscere il suo processo, dal suo colore, dai suoni, dal crepitio. Una conoscenza che non finisce mai,come il mistero delle persone a noi più vicine, una porta che può condurre dentro al flusso creativo. Dalla terra nascono fiori, parole, suoni. La terra è maschile, è friabile ma anche compatta, dura, l’acqua è femminile, canta della terra e cantando la nutre, il fuoco è maschile, forgia e addensa, ed eleva l’aria, femminile, al canto. Il lavoro partirà dall’esperienza dell’essere corpo/materia (a cura di Silvia Cioni), al corpo/materia vibrante che diventa voce (a cura di Luisa Lauretta) per arrivare alla relazione e al lavoro con i materiali (a cura di Emanuele Perelli).

 

5/6/7 Ottobre – Metodologia dell’installazione – Federico Gori

Al centro del lavoro la relazione tra tempo ciclico, natura e uomo e l’utilizzo di linguaggi e medium diversi, che vanno dalla pittura alla scultura, dalle installazioni ambientali alla video arte.

 

7/8/9 Dicembre 2018 – Dal Tele-Racconto ai Video-Fondali – Giacomo Verde –

Una telecamera riprende piccole storie di “oggetti”, animate da un narratore in tempo reale e ben visibile dagli spettatori. Un videoproiettore le ritrasmette in diretta, come se fosse una potente lente di ingrandimento, ingigantendo le piccole azioni fino a dargli un senso estetico e narrativo altrimenti non percepibile. Così nasce il Tele-racconto.

Attraverso la ripresa in “macro” i piccoli oggetti diventano personaggi e lo spazio di un foglio di quaderno un set televisivo dalle (quasi) infinite possibilità.

Attraverso la tecnica del Tele-racconto si possono improvvisare da subito storie di trasformazioni inaspettate. Perché quello che si inquadra con una videocamera è sempre un’altra cosa da quello che dovrebbe essere nella realtà. Una qualsiasi cosa come un giocattolo, un pezzo di legno, una carta di caramella o un segno casuale possono diventare tante altre cose. Così come una stessa “figura” può essere raccontata in modo da mostrare ai nostri occhi cose diverse da se stessa.

Elaborando la tecnica del Tele-racconto si arriva poi alla realizzazione di video-fondali per concerti, spettacoli, recital di poesia, letture e conferenze creative.

Oltre alla ripresa in macro, di piccoli oggetti, materiali o immagini prese dalla rete e stampate su lucidi trasparenti, si utilizza la tecnica del “video-loop” che permette di creare, su grande schermo, visioni tanto inedite quanto cariche di suggestioni estetiche. Recuperando così un fare più artigianale, caldo e creativo della tecnologia video.

La tecnologia usata è “low-tec”, in modo da poter essere facilmente utilizzabile anche da chi non ha particolari conoscenze video, e si basa sul semplice uso di una video camera collegata a un tv o un videoproiettore.

 

8/9/10 Febbraio 2019  – Vicinanza, pensiero e luogo – Maurizio Misiano

Il paesaggio e il suo suono: partendo dall’ascolto dell’universo sonoro che ci circonda, esplorandolo con i giusti strumenti, siano essi umani che tecnologici, e attraverso una corretta terminologia, tenteremo insieme di svelare e definire la realtà sonora che ci circonda. Leggere, capire e raccontare il mondo proprio attraverso l’udito, che oggi in un mondo che favorisce l’immagine di gran lunga, è trascurato e molto spesso influenzato da pregiudizi culturali e di gusto.

Introduzione all’attività del field-recording, non solo come raccolta di materiale sonoro con finalità artistiche e autoriali, ma anche come documentazione a fini antropologici, ecologistici e sociali. Infine si discuterà e si sceglierà insieme il modo migliore per utilizzare il materiale raccolto e quale possa essere la forma più adeguata per la sua fruizione e comprensione. L’incontro volgerà quindi verso una fase di realizzazione di un vero e proprio progetto di sound art. Durante il laboratorio verranno fornite le basi per la realizzazione e l’uso di un semplice ed economico studio personale per chi fosse interessato, per poter continuare tale attività in modo indipendente.

 

5/6/7 Aprile 2019 – Un laboratorio per l’inesistente – Armando Punzo

In occasione dei 30 anni della Compagnia della Fortezza, Armando Punzo realizzerà nel prossimo triennio, una serie di laboratori, incontri e workshop, in diverse città Italiane e all’interno del Carcere di Volterra, allo scopo di condividere, le tematiche e le pratiche della nuova ricerca artistica che sta conducendo insieme agli attori della sua compagnia, attraverso una metodologia unica che lo ha portato in questi anni, alla creazione di opere nelle quali le pratiche perfomative si sono intrecciate a riflessioni filosofiche, liberandosi da vincoli stilistici e da riferimenti di genere, trovando nutrimento e stimolo nella ricerca e restituzione del vero senso di grandi opere della letteratura mondiale.

Il lavoro, che caratterizzerà la tappa di NOW a Lucca prenderà le mosse dalle sue tre ultime opere teatrali : Dopo la Tempesta-l’Opera segreta di Shakespeare , Le parole lievi – cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato e BEATITUDO, ispirati all’opera di J.L.Borges, nella quale i protagonisti abbandonano un’umanità apparentemente immutabile per cercare un’altra possibilità, dopo avere preso consapevolezza di far parte di un affresco che li ha disegnati per sempre icone immobili, ripetizioni di altre vite passate e future.

Incrinare il principio di realtà,quindi, a partire dai testi di Borges, nei quali il lettore viene costretto ad allontanarsi dalla razionalità e concretezza, e portato necessariamente a perdersi in un mondo di infinita immaginazione, di molteplici possibilità creative e assoluta libertà espressiva e di pensiero, nel quale i sogni rappresentano un vero e proprio genere letterario, cogliendo sempre l’essere umano nel momento in cui sta cercando se stesso fuori dalla vita ordinaria.

La struttura dei testi di Borges è aperta e mobile: c’è un germinare continuo degli elementi, che si moltiplicano in mille direzioni non prevedibili logicamente. Nell’affrontare questo autore, ci si ritrova non più di fronte ad uno scrittore, ma all’intero universo.

Come nel labirinto, metafora della vita e dell’universo o nel giardino dei sentieri che si biforcano e si riuniscono, dove si è portati continuamente tra il vero ed il falso, tra il reale e l’irreale, in una serie di infinite possibilità.

Cosa è reale? È reale quella finestra? Sono reali quelle punte di ferro? Sono reali quelle mura che ci proteggono? E l’aria che si muove dolcemente oggi, e il cielo che guardiamo sempre poco, e il sole nostro padre e madre, tutore, angelo custode che nasconde la sua corruzione in miliardi di anni, e la mia mano, e la notte che la nasconde, e i mei occhi che non possono vedersi se non in un riflesso, e la schiena dell’altro che non sarà mai la tua e la ricorda e te la rappresenta per non darti da pensare, e il cuore che batte nascosto il suo moto vitale infinito, che ripete con le sue fragili forze quello delle stelle, delle acque che battono una riva, che fluiscono tra morbidi argini e ferme specchiano il Narciso di un attimo, e la luna che cresce, decresce fino a farsi dimenticare, e l’anima che non si trova tra le viscere, in nessun luogo situabile, e l’amore oltre noi, insostenibile, che svela la nostra incapacità, e lo sforzo di comprendere la natura che ci sfugge come una tenera gemma che appare al mondo, e il colpo di un artiglio crudele e giusto, e le umane vicende che si ripetono senza tempo, e il dolore che ci cerca? Questo attimo è reale, solo questo, quest’attimo che li condensa tutti e li nega, li sospende, quest’attimo che non potrai mai trattenere e la cui forma svanirà per sempre per apparire in altre forme mutevoli –

Armando Punzo

Partendo da queste riflessioni, nella pratica laboratoriale, i vari spunti testuali forniti da Borges ai partecipanti, saranno stimolo per aprire nuovi sentieri, nuovi varchi possibili ed inattesi ai quali affacciarsi, nella pratica della recitazione, della messa in scena, della creazione drammaturgica e del riverbero filosofico.

…Solo colui che ogni cosa volle giocarsi trovò, nella privazione, la pace perfetta. E allora lacera quanto hai cucito e non ricucire più quanto hai stracciato! Brucia con il tuo infuocato respiro tutto ciò che possiedi, sino alla punta dei tuoi capelli, e poi raccogli le ceneri e siediti sopra di esse, e infine disperdile affinché il vento della divina gloria ne confonda ogni traccia! Se così agirai, sarai libero da tutto, altrimenti ogni cosa che possiedi ti farà patire sino alla morte! Se non morirai alle cose che ti appartengono, come ti sarà possibile posare i piedi nel vestibolo del suo palazzo? Nella prigione di questo mondo non si può vivere a lungo, ritira dunque le mani da quanto in essa hai trovato! Nell’ora della morte tutto ciò che possiedi ti succhierà il sangue, diverrà il tuo carnefice! E in primo luogo ritira le mani da te stesso, perché solo così potrà iniziare il tuo cammino sulla via. Non illuderti di poter affrontare il viaggio se non saprai giocare lealmente.

Farid Ad-Din Attar, Il verbo degli uccelli

 

7/8/9 Giugno 2019 – Realizzazione opera – Emanuele Perelli e Silvia Cioni Questo we sarà centrato sull’allestimento e sulla realizzazione dell’opera corale. Sarà richiesta massima flessibilità e disponibilità. L’opera sarà poi aperta al pubblico nella giornata di domenica.

(data da definire) Giornata con l’artista – con Massimo Bartolini –

 

DIRETTORE ARTISTICO NOW

Emanuele Perelli

Artista con al suo attivo installazioni e performance teatrali. Tra i più recenti committenti L’opera delle Mura di Lucca. Collaborazione pluriennale con la Compagnia del Carretto di Lucca. Direttore della Scuola d’Arte Kotoba di Lucca e del Progetto Antichi Mestieri presso l’Itis. Promuove la pratica artistica e artigianale, con vari progetti in ambito scolastico con l’Ass. Arcobaleno e con l’Ass. Oikos.

 

DOCENTI

Armando Punzo

Per Armando Punzo, paradossalmente, il carcere è diventato il luogo dove reinventare il teatro e restituirgli la sua necessità. Trenta anni fa ha concepito e battezzato una rivoluzione culturale e sociale: trasformare il carcere in luogo di cultura, e ancora oggi la cavalca senza scendere a patti o a compromessi, fermamente intenzionato a non lasciarsi distrarre da chi è incapace di andare oltre quello che vede con gli occhi e a non lasciarsi tentare da strade più facili. Senza mai accontentarsi di quello già fatto, senza badare a premi e riconoscimenti, senza cedere alle lusinghe, il carcere di Volterra è rimasta la sua casa, per quello che è un esilio volontario, un ergastolo voluto, una scelta di vita. Con tutte le sue energie, oggi sta lavorando per realizzare un sogno: creare il primo Teatro Stabile in un Carcere. Sogno e necessità, lucida follia e concretizzazione di un’altra impossibilità: quello che da sempre ha segnato la sua storia.

http://www.compagniadellafortezza.org/new/carte-blanche/armando-punzo/

Federico Gori

Federico Gori è nato a Prato nel 1977, vive e lavora a Pistoia. Ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2002 viene invitato da Sergio Risaliti ad esporre nel Palazzo del Comune di Prato, all’interno della manifestazione Gemine Muse, giovani artisti nei musei d’Europa. Nel 2003 viene selezionato per una residenza presso la Fondazione “Il Giardino di Daniel Spoerri. Hic Terminus Haeret” dove realizza un’opera site-specific all’interno del parco. Negli anni a seguire ha partecipato ad innumerevoli mostre esponendo in importanti centri di arte contemporanea di tutta Italia. www.federicogori.org

Maurizio Misiano

Si è formato artisticamente prevalentemente in ambito teatrale, frequentando inizialmente la scuola del Teatro Arsenale (metodo Lecoq) diretta da Marina Spreafico nel 1998. Ha poi approfondito e alimentato tale passione frequentando numerosi seminari, in particolare negli ultimi anni quelli tenuti da Chiara Guidi della Societas Raffaello Sanzio di Cesena. Ha partecipato a spettacoli della compagnia RadiceTimbrica Teatro di Legnano e ad altri progetti teatrali. Una visione eclettica della produzione artistica e la continua curiosità lo hanno portato a intraprendere una carriera di sound designer-artista multimediale diplomandosi presso l’Istituto Europeo di Design di Milano (IED). Quello che più caratterizza i suoi lavori sono la continua ricerca e la voglia di sperimentare forme ibride di linguaggio tra arte e tecnologia.

www.mauriziomisiano.com

Giacomo Verde

Si occupa, dai primi anni ’80, dell’utilizzo creativo di tecnologia “povera” per realizzare opere di videoarte, tecno-performances, spettacoli teatrali, installazioni artistiche e laboratori didattici. Ha realizzato più di 300 opere che vanno dalla video-poesia al documentario, dai video matrimoniali alle sigle per la TV. E’ l’inventore del “tele-racconto” – performance teatrale che coniuga narrazione, micro-teatro e macro ripresa in diretta – tecnica utilizzata anche per video-fondali-live in concerti, recital di poesia e spettacoli teatrali. E’ tra i primi italiani a realizzare opere di arte interattiva e net-art. Ha collaborato con diverse formazioni come autore, attore, performer, musicista, video scenografo e regista. Riflettere sperimentando ludicamente sulle mutazioni tecno-antropo-logiche in atto e creare connessioni tra i diversi generi artistici è la sua costante. Attualmente è docente di Regia all’Accademia Albertina di Torino, del Laboratorio di Arti Digitali alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Roma Tre e del corso di Spettacolo Multimediale alla Alma Artis di Pisa.

Nel 2007 ha pubblicato “ARTIVISMO TECNOLOGICO. Scritti e interviste su arte, politica, teatro e tecnologia”. Prefazione di Antonio Caronia. Edizioni BFS, Pisa – 2007

Nel 2018 è stata pubblicata la monografia “GIACOMO VERDE – videoartivista” a cura di Silvana Vassallo. Edizioni ETS, Pisa – 2018

http://www.verdegiac.org/teleracconto/index.html

http://www.verdegiac.org/videofondali/videofondali.html

Massimo Bartolini

Artista. La sua produzione include linguaggi artistici differenti: disegno, scultura, installazione ambientale, fotografia, performance, video. Le sue opere sono esposte in molto musei di tutto il mondo e partecipa a diverse rassegne internazionali come la Biennale di Venezia.

Silvia Cioni

Psicoterapeuta Gestalt, pedagogista teatrale, esperta di pratiche corporee. Ha collaborato con il Laboratorio Stabile della Compagnia Teatro del Porto di Livorno. Diploma come Attore Sociale presso la Scuola di Teatro Sociale e Arti Performative presso Isole Comprese Teatro Firenze e formazione triennale per artisti presso il Teatro Dimora Arboreto con il danzatore coreografo Claude Coldy. Con Emanuele Perelli fa parte dell’Istituto Gestalt Lucca che in modo instancabile e sempre pubblicamente apprezzato organizza nel campo dell’arte convegni, mostre, spettacoli e corsi di formazione sulla danza, teatro, voce, installazione, lavorazione dei materiali, pittura.

Luisa Lauretta

Psicologa Clinica, pedagogista teatrale, dirige con Cesare Torricelli la scuola di Teatroterapia dell’Istituto Talìatitù, in collaborazione con il Vivaio del Malcantone.

Nell’ambito del teatro e della voce si è formata, tra gli altri, con: Gabriella Bartolomei, Kaya Anderson, Claudia Bombardella, Franco di Francescantonio, Claudio di Palma, Roberto Laneri, Cesar Brie… Dal 2007 si occupa di regia teatrale.

 

 

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MANIFESTO POLITICO SULL’ARTE

Si fa arte per vivere o si vive per fare arte?

Probabilmente si fa arte per vivere!

Serve l’arte quando le divinità costituiscono antagonismi e guerre.

Serve l’arte quando il senso del mondo è sopraffatto dalla banalità di conquiste a poco prezzo.

Serve l’arte per comunicare a più livelli.

Serve l’arte come preghiera ad un Dio immanente che non può più avere un nome perché possa avere il nome adatto a tutti.

L’artista deve essere ribelle e non servile, sradicato e non radicato, insubordinato piuttosto che obbediente.

L’identità dell’artista non può essere territoriale, nè di sangue, questa attitudine a fare arte è basata essenzialmente sul cuore.

Una pratica dell’Arte che diviene necessità, gioco, divertimento, presenza, presa di posizione, verità, cercando di sviluppare nelle persone un gusto etico ed estetico.

Il fatto che l’Arte contemporanea e le Arti performative si siano sottratte agli steccati di discipline particolari, non significa averle private di rigore, sul piano del pensiero e della realizzazione.

Non basta avere un’idea, occorre saperla tradurre in un dispositivo efficace.

Deve stupire.

“Innumerevoli composizioni e decomposizioni che hanno luogo tra l’intelletto e i suoi mille materiali prima che si arrivi alla trepida, delicata, vibrante percezione della Bellezza” J. Keast

I temi della forma e del contenuto sono i problemi dell’arte.

“Tutto ciò che in arte è autoctono, autonomo, e non si sostiene sulle stampelle dell’abitudine,ha il nostro devoto amore” Franz Marc 1914

L’opera d’arte è data da due elementi uno interiore, l’altro esteriore.

Elemento interiore, è l’emozione dell’animo dell’artista, che desta in chi la percepisce, una vibrazione spirituale parallela (così come il tono musicale di uno strumento obbliga alla risonanza il tono corrispondente di un altro).

Il materiale (l’artista) e tra il materiale e l’immateriale (lo spettatore).

Emozione – senso – opera – senso – emozione.

La vibrazione spirituale dell’artista deve perciò come mezzo d’espressione trovare una forma materiale capace di essere intesa.

E questa forma materiale è anche una seconda cosa, cioè l’elemento esteriore dell’opera d’arte.

L’opera d’arte è un unione piena, necessaria, inevitabile, inscindibile, di elementi interiori ed esteriori, ovvero di forme e contenuti.

Nell’arte la forma si determina invariabilmente attraverso un contenuto e la sola forma esprime e materializza il proprio contenuto.

L’artista, solo, può valutare la qualità dell’opera d’arte, a lui è dato da vedere se essa è conforme e fino a qual punto la forma si adegui al contenuto, che chiede imperativamente di essere incarnato.

La maggiore o minore misura in cui questa incarnazione o rispondenza, ha luogo, è anche il criterio di valutazione della sua bellezza.

Questa opera bella è una forma esteriore alla quale corrisponde pienamente il contenuto interiore (che è un ideale eternamente irraggiungibile).

In tal modo la forma dell’opera si determina in sostanza secondo la propria necessità interiore.

Il Principio della necessità interiore è sostanzialmente l’unica legge immutabile dell’arte.

E’ pericoloso quando esiste una corrispondenza della forma alla cosiddetta “natura”, cioè alla natura in senso esteriore, poiché distoglie dall’unico problema: le forme, come incarnazione del proprio contenuto.

“La forma è l’espressione materiale d un contenuto astratto” W. Kandinsky. In un caso l’uomo è il tramite, il passaggio, e non sceglie; nell’altro caso l’uomo compartecipa all’incarnazione, sceglie.

La bellezza e la verità sono il segreto e il cuore della creazione, la verità è bella e la bellezza è vera.

La verità è che nulla può essere diverso da com’è.

La verità è che ogni parola scaturisce necessariamente dalla precedente, che non si può togliere ne aggiungere niente senza perdere qualcosa.

La bellezza è che una linea non può essere spostata di un millimetro ne da una parte ne dall’altra, in un dipinto, senza che l’unità ne soffra.

La verità è che quella stessa linea non può essere spostata perché non si abbia una perdita senso.

L’obiettivo è creare un opera che sia allo stesso tempo bella e vera in ogni suo dettaglio.

Lo stile è forma e contenuto allo stesso tempo, entrambi altrettanto necessari.

Il fruitore deve esitare costantemente tra la tentazione di ascoltare la musica delle parole, di un gesto, di un colore e quella di dimenticarla per capire il contenuto.

Ogni parola, ogni gesto, ogni linea, ogni colore è sia suono che contenuto.

Nessuno dei due è più importante dell’altro, nessuno deve prendere il sopravvento.

Fare un Opera è scegliere sia per la forma che per il contenuto, tanto per la sua bellezza quanto per la sua verità, tanto per la forma, quanto per il contenuto.

La via dell’essere umano è lo spirito, e il fine è quello di perfezionare l’anima, svilupparla, educarla.

L’anima come il corpo cresce con l’esercizio, come il corpo cresce con il movimento. Il movimento è vita, la vita è movimento.

Da qui diventa chiara la frase: il senso è lo scopo dell’arte.

Tutta la natura, tutte la manifestazioni nel mondo intero agiscono continuamente sull’anima; ogni fenomeno tocca l’essere umano lasciando tracce e sfiora le corde della sua anima.

Queste corde vibrando risuonano e l’anima si perfeziona sempre più quanto più ha occasione di vibrare.

Come il vento sulle rocce delle montagne.

Ma i fenomeni naturali espressi da suoni occasionali, colori, linee, forme si ripercuotono nell’uomo alla rinfusa, in modo scoordinato.

E’ necessaria una forza, che con impeto, obblighi questi suoni occasionali e casuali del mondo in una combinazione ordinata, che possa avere un ordinata influenza sull’anima.

Questa forza è l’arte.

“Una combinazione ordinata di elementi isolati, cioè una combinazione quanto più possibile conforme a un determinato scopo per essere la bellezza” Wassily Kandinsky da Odesskie Novosti 1911

Molte persone intendano l’esperienza trascendente come un afflato, una spinta verso, verso l’alto, l’altissimo; io credo che questa spinta abbia e debba avere una direzione verso l’interno.

Come se la forma e il contenuto dialogando, creano uno spazio, un campo dove entra lo spirito santo, la colomba, la benevolenza a formare quel terzo elemento, che crea trinità.

Questa trinità è la forza riordinatrice, è l’arte.

Ogni epoca ha un suo fine interiore, dunque una sua bellezza esteriore. La bellezza consiste nell’esprimere la sua interiorità.

“Io l’arte moderna non la capisco!”

Non importa se non capisci, l’artista capisce, lo spettatore deve aprire il corpo e lasciare che l’anima vibri, assimili, cresca.

Guardando un opera non c’è bisogno di capire, di conoscere ma di sentire con animo disponibile, gentile.

L’arte è immagine viva del campo del sentimento.

Se non vuoi sentire, l’arte rimarrà oscura, muta.

“Forse il tempo dell’udire e del vedere non è ancora maturo” Wassily Kandinsky prefazione II edizione Cavaliere Azzurro.