SCUOLA PER L’EDUCAZIONE ALLA RELAZIONE D’AIUTO A ORIENTAMENTO FENOMENOLOGICO-ESISTENZIALE
Una relazione d’aiuto fondata su presupposti fenomenologico-esistenziali prevede che l’operatore aiuti il cliente ad aiutarsi, rendendolo protagonista dei propri progetti, delle proprie scelte e pienamente artefice della propria esistenza.
Si tratta di uno scambio intersoggettivo in cui l’operatore, stabilendo con il cliente una distanza empatica, ne accoglie il sentire, l’intenzionalità, l’esperienza.
L’operatore, rinunciando a offrire significati cristallizzati al cliente, sospendendo qualunque giudizio su di lui, ha il compito di agevolarlo nel riconoscimento delle alternative esistenziali che ha di fronte a sé e di accompagnarlo nell’avventura della scelta, sulla base della valutazione dei costi e dei benefici che questa implica.
L’asse portante del processo della relazione d’aiuto è il volere del cliente che va aiutato ad andare dove vuole andare, dove lo spingono i suoi bisogni e i suoi desideri: potrà compensare le proprie mancanze con il ricorso alla creatività che nell’operazione d’aiuto è necessario mettere in campo e che va alimentata anche nel cliente, così come va nutrita la sua dimensione immaginativa che gli consente di accedere a nuove risorse esistenziali.
L’intervento da parte dell’operatore prevede uno scambio, una co-costruzione con il cliente, perché possa sviluppare risorse, potenzialità, coerenti con il suo contesto personale, con il suo sistema di riferimento e in funzione di un’esistenza autentica.
Corso riconosciuto dall’AICo (Associazione Italiana COunselling).
STRUTTURA DEL CORSO
Il corso si articola in incontri formativi mensili (sabato – orario 10:00 / 18:00). Ogni mese è centrato su una determinata tematica. E’ possibile inserirsi in qualsiasi momento previo colloquio con il referente.
E’ previsto a luglio un intensivo residenziale centrato sulla conduzione dei gruppi e le tematiche di gruppo.
Per conseguire il diploma di operatore alla relazione di aiuto è necessario raggiungere un monte ore di 950, così articolato:
450 ore di formazione teorica e pratica in aula
450 ore di tirocinio e di pratica sulla relazione d’aiuto
50 ore di percorso di formazione personale
Tessera associativa obbligatoria.
Per info: Emanuele Perelli perelliemanuele@gmail.com cell. 3483930900.
Docenti: Silvia Cioni, Luisa Lauretta, Silvia Paoli, Emanuele Perelli, G. Paolo Quattrini
TEMATICHE
25 GENNAIO – EDUCARE AL CORPO E ALLA PERCEZIONE: l’esperienza del confine corporeo come limite, permeabile al contatto. Educare al sentire, all’accorgersi. Alternanza figura/sfondo
Educare al sentire, al sentirsi, stare in contatto con il proprio corpo, riconoscerne i bisogni, percepire il mondo esterno, percepirsi, aiuta a fondare un’esistenza nutrita dall’ascolto di sé e basata sulla propria capacità di autodeterminarsi.
«… l’eleganza del silenzio. La ricchezza del silenzio.
Silenziosa è la dolcezza manuale, la premura dei gesti, l’intelligenza di Fare. Il nuovo pensiero ricomincia forse da qui, dal gusto minimale di gesti utili e aggraziati e in questa crosta elementare del vivere (dove Eros si anima leggero tra le dita e le cose, portando a compimento la sua prima seduzione) si riflette una Civiltà (preconscia, viscerale, sensibile, quella vera, cioè)….». E. Perelli
«Guarda, il corpo include ed è il significato,
il problema principale, ed include ed é anima;
chiunque tu sia, quanto è superbo, e divino,
il tuo corpo, e ogni parte di esso!»
W. Whitman
«… chi non ha un orizzonte è un uomo che non vede abbastanza lontano e perciò sopravvaluta ciò che gli sta più vicino. Avere un orizzonte, invece, significa non essere limitato a ciò che è più vicino, ma saper vedere al di là di questo…». H.G. Gadamer
22 FEBBRAIO – EDUCARE ALL’ABITARE: tra spazio e alterità, una distanza abitabile
La relazione con l’altro richiede necessariamente una distanza, uno spazio vuoto da abitare in modo differente a seconda dell’interlocutore.
Si tratta di dimorare in quello spazio vuoto andando in esilio dal proprio luogo, arretrando da se stessi per poter ospitare l’altro, con un simultaneo movimento di presenza e assenza.
«L’utilità di una brocca consiste nel vuoto nel quale l’acqua può essere versata, e non nella forma o nel materiale di cui è fatta. Il vuoto è onnipotente perché contiene ogni cosa. Solo nel vuoto il movimento è possibile». K. Okakura
15 MARZO – EDUCARE ALLA CIRCOLARITÀ: tra corrente liberatoria (dionisiaca) e di manifestazione (apollinea); la creatività come processo
La creatività è necessaria per articolare un’esistenza di qualità. È importante che l’operatore agevoli i processi creativi del cliente che implicano il coniugare, in modo circolare, istanze pulsionali e formali.
«… Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per compiere i miracoli della Cosa-Una (di una cosa sola).
Ascende dalla terra al cielo e ridiscende in terra raccogliendo le forze delle cose superiori e inferiori…» Tabula Smaralgdina di Ermete Trismegisto
«Ciò che diciamo principio / spesso è la fine e finire / è cominciare. La fine / è là onde partiamo». T.S. Eliot
26 APRILE – EDUCARE ALLA CONFIGURAZIONE: decomporre / empasse / comporre nella ricerca della forma.
Nella relazione d’aiuto, come nell’operazione creativa, non si tratta di aiutare il cliente a cambiare ciò che è, a rinunciare a sé, ma si tratta di aiutarlo a utilizzare ciò che manifesta di sé, le sue ambivalenze, le sue idiosincrasie, i suoi limiti, scomponendoli e ricomponendoli in una differente tessitura più funzionale alla sua esistenza.
«Innumerevoli composizioni e decomposizioni che hanno luogo tra l’intelletto e i suoi mille materiali prima che si arrivi alla trepida, delicata, vibrante percezione della Bellezza». J. Keats
24 MAGGIO – EDUCARE ALLA PROGETTUALITA’ E AL MARKETING: le fasi del processo trasformativo; la promozione di sé
È necessario progettare, progettarsi per poter vivere una vita autentica. L’operatore nella relazione d’aiuto sostiene il cliente nella creazione di nuovi progetti esistenziali.
«Progettualità significa fermarsi a riflettere e organizzarsi per fare quel salto “in avanti” che sta dentro al significato etimologico stesso della parola progettare (gettare pro, davanti a). Un progetto può essere paragonato infatti a un ponte lanciato tra la realtà di un dato momento e il cambiamento da raggiungere. Il progetto è l’anima della vita, è la concretizzazione di quell’esserci che è sempre proiettato avanti rispetto a sé». G.P. Quattrini
7 GIUGNO – EDUCARE AL RITO: l’arte di ritualizzare e di ripetere; prepararsi alla relazione
Ogni intervento di relazione d’aiuto implica una dimensione rituale che agevola il processo di riconfigurazione del cliente.
«Il rito stabilizza elementi sfuggenti e disgregati. Il rito è ripetizione e strumento basilare di ogni coltivazione, questo è il terreno su cui si impianta la vita». E. Perelli
5 LUGLIO – EDUCARE AL GRUPPO (Residenza)
Non solo “noi siamo un dialogo”, e scambiamo continuamente con noi stessi e con il mondo, ma siamo effetto della relazione con l’altro. Il lavoro in gruppo consente di sperimentare una dimensione di scambio relazionale, metafora della relazione con il proprio mondo interno.
«A partire da un gruppo di persone in una stanza, si possono scrivere tante storie quante Gestalt(en) si riesce a intuire: le storie possono poi essere chiuse o aperte, e chiuso o aperto diventa il destino delle persone. Se le storie rimangono chiuse, le persone rimangono inchiodate a un futuro determinato, se invece si rendono conto che è solo la loro testardaggine che le chiude, e che questo è quello che fanno i bambini, la vita può diventare allora molto più leggera. Abbiamo noi stessi e uno spazio vuoto davanti: possiamo creare infinite storie, e ognuno ha l’occasione, nei limiti dell’umano, di crearsi quelle che vuole». G.P. Quattrini
28 LUGLIO/3 AGOSTO – RESIDENZA ARTISTICA (Tereglio, Lucca)
27 SETTEMBRE – EDUCARE ALLA NARRAZIONE: per una dialettica tra verità storica e verità narrativa
I clienti portano con sé una “verità” della propria storia, spesso frutto di uno sguardo univoco e limitante. L’operatore della relazione d’aiuto agevola il cliente nel formulare una nuova narrazione di sé, delle proprie vicende personali, perché possa costruire una trama più funzionale alla propria vita.
«… solo chi partecipa a molte storie può tramite una storia trovare la sua libertà nei confronti delle altre, trovandosi agli incroci di molteplici interferenze. Chi invece prende parte ad un’unica storia rischia di esserne completamente posseduto fino al punto di soggiacere ad un’atrofia narrativa». O. Marquard
25 OTTOBRE – EDUCARE ALLA CURA: identità personale e identità di gruppo
L’operatore alla relazione d’aiuto aiuta il cliente a prendersi cura di sé, alimentando uno scambio prospettico con il mondo.
«Una comunità etica necessariamente deve essere una comunità che si prende cura. Questa etica della responsabilità o “care”, implica ovvero contiene, l’etimologia di responsabilità come risposta» M. Buber
22 NOVEMBRE – EDUCARE ALL’ ETICA, ALL’ESTETICA, ALLA LOGICA
La qualità della vita si rintraccia in ciò che si fa (etica), in ciò che si sente (estetica, da “aistanomai”, percepisco con i sensi) e in ciò che si pensa (logica).
L’operatore nella relazione d’aiuto ha il compito di aiutare il cliente a coltivare queste tre qualità, che conferiscono valore all’esistenza.
«Il valore non è mai astratto, vive e si manifesta nell’esperienza concreta. Così come il valore estetico guida l’esperienza del bello, il senso etico è indispensabile per guidare e articolare la morale, che altrimenti rischia di identificarsi nella tradizione.
Il gusto etico ci permette di accorgerci del vero senso delle situazioni: è un gusto che richiede una cultura specifica, in modo da aiutare le persone ad avere strumenti per difendersi. L’etica si costruisce nella relazione, si costruisce nel lento cammino dell’accorgersi dell’altro, tanto da divenire parte del nostro medesimo io. Il paradigma etico implica di pensare a una persona come costituita dalla relazione, e dunque implica la relazione come luogo specifico in cui realizzare la propria libertà. Una libertà con l’altro, in cui la persona si assume la responsabilità della presenza altrui». G.P. Quattrini
20 DICEMBRE – EDUCARE ALLA POLITICA: democratizzazione, dialogo delle istanze interne, re-sponsabilità e costruzione di senso
L’operatore nella relazione d’aiuto ha il compito di sostenere il cliente nella libera espressione delle proprie “parti interne”, aiutandolo a instaurare un dialogo con se stesso che lo porti ad assumersi la responsabilità della propria esistenza, a fondare dentro di sé una democrazia (“démos” popolo e “krátos” potere) che consenta a tutte le parti interne di manifestarsi apertamente.
«I diritti non sono ideologia, ma vita vera dei cittadini, delle persone. Dunque politica». M. Serra.
«E allora la verità è questo cooperare a costruirla, perché non è mai già fatta, ed esporsi responsabilmente alle conseguenze del proprio fare. In un dialogo con l’altro in cui convincerlo che non possiede la verità, ma che, senza di lui, la verità non si fa. Lui non ce l’ha, ma io non la posso fare senza di lui. Questa, direi, è l’essenza della democrazia: capire che non posso escludere nessuno, anche se non devo “credere” a nessuno». C. Sini
Per conseguire il Diploma di Operatore alla relazione d’aiuto è necessario partecipare al seminario sui caratteri.
SEMINARIO ENNEAGRAMMA (data da definire)
L’enneagramma (dal greco ennéa, “nove” e grámma “segno, disegno”) trae origine da un insegnamento antico che affonda le origini nella tradizione Sufi e può essere considerato uno strumento che permette di studiare il carattere di ogni essere umano. Secondo l’Enneagramma il malessere dell’individuo è legato al perdurare di una precoce strategia adattiva che interferisce con la saggezza dell’organismo. Ogni tipo di personalità può considerarsi, infatti, strutturata attorno a un nucleo emozionale (passione), un nucleo cognitivo (fissazione) e un nucleo istintuale (istinto). In questa ottica, il carattere può essere definito come una cristallizzazione difensiva della fluidità naturale nel processo di adattamento precoce con l’ambiente, una struttura fissa. Questa difesa, con funzione protettiva, assume forme comportamentali che l’individuo estrae dalle proprie esperienze di vita. Si tratta di comportamenti interiorizzati, automaticamente applicati a qualsiasi contesto.
Il carattere non cambia ma la conoscenza e la consapevolezza del nostro carattere e delle sue inclinazioni limitanti ci permette di gestirlo e di aprire spazi di libertà espressiva nell’esistenza. La passione che contraddistingue ogni carattere può essere considerata una esagerazione disfunzionale all’insieme, un “vizio”, cioè qualcosa che l’organismo ha “bisogno” di alimentare, ma che gli fa male.
Per ristabilire l’equilibrio si può immaginare che l’individuo sperimenti e, nel tempo, adotti atteggiamenti in un certo senso antagonisti alla passione, atteggiamenti che si potrebbero chiamare “virtù” che, rompendo il circolo vizioso dell’automatismo caratteriale, aprono a un ampio ventaglio di comportamenti più adeguati alla attualità esistenziale della persona.
CURRICULA DOCENTI
Giovanni Paolo Quattrini: direttore dell’Istituto Gestalt Firenze (IGF), è didatta in corsi di addestramento in Psicoterapia della Gestalt in Italia (Firenze, Roma, Livorno, Lecce, Trieste, Cesena), Spagna, Portogallo, Thailandia, Messico e Brasile. è membro fondatore della Federazione Italiana Gestalt a orientamento fenomenologico-esistenziale.
Silvia Cioni: psicologa, educatore alla relazione a orientamento fenomenologico-esistenziale, psicoterapeuta Gestalt, pedagogista teatrale. Ha collaborato con il Laboratorio Stabile della Compagnia Teatro del Porto di Livorno. Diploma come Attore Sociale presso la Scuola di Teatro Sociale e Arti Performative presso Isole Comprese Teatro Firenze e formazione triennale in Danza Sensibile per artisti presso il Teatro Dimora Arboreto con il danzatore coreografo Claude Coldy. Attualmente continua a studiare con Claude Coldy nella formazione per la trasmissione della Danza Sensibile e con Cinzia De Lorenzi in un percorso di formazione sulle pratiche somatiche integrate.
Emanuele Perelli: psicologo, educatore alla relazione a orientamento fenomenologico-esistenziale, formatore AICo, esperto nella conduzione del gruppi e nelle tecniche di massaggio energetico relazionale. Artista con al suo attivo installazioni e performance teatrali. Tra i più recenti committenti L’opera delle Mura di Lucca. Collaborazione pluriennale con la Compagnia del Carretto di Lucca. Direttore di Now Scuola d’Arte e del Progetto Antichi Mestieri presso l’Itis. Promuove la pratica artistica e artigianale, con vari progetti in ambito scolastico con l’Ass. Arcobaleno e con l’Ass. Oikos.
Silvia Paoli: medico pdiatra, psicoterapeuta ad orientamento Fenomenologico Esistenziale, omeopata. Nel corso degli anni ha cercato di integrare la visione fenomenologica-esistenziale nella pratica medica, psicoterapeutica, omeopatica, secondo una visione olistica dell’essere umano.
Luisa Lauretta: psicologa clinica, formatrice senior AICo, membro del direttivo di AICo, socia APISAT (Associazione Professionale Sviluppo Artiterapie), didatta presso l’IGF (Istituto Gestalt Firenze) e l’IGRO (Istituto Gestalt Cesena). E’ didatta e direttore, insieme a Cesare Torricelli, della scuola di Teatroterapia dell’Istituto Talìatitù in collaborazione con il Vivaio del Malcantone. Interessata ai linguaggi espressivi, conduce dal 2000 gruppi di relazione d’aiuto con l’uso dei mediatori artistici e in particolare con il teatro. Ha realizzato come regista varie performance e spettacoli teatrali. Ha pubblicato alcuni testi per la scuola primaria e numerosi articoli su riviste specialistiche. Dirige la rivista “Psicologia e scuola” (Giunti Scuola).